giovedì 20 novembre 2008

play

Il freddo intenso. Mentre cammino. Mentre stringo le mani nelle tasche. Momenti in cui non resta che la musica. Che suona nelle orecchie. Nei pensieri. Ed io oscillo. Tra la confusione e il mio equilibrio incerto. Esitante. Milano è cielo grigio e inverno che si avvicina. I marciapidi scorrono sotto i miei piedi. Un colpo di vento più forte fa volare le foglie secche sopra le rotaie del tram. E io sparisco. Mi dissolvo nell'aria. E resta solo la musica che continua a suonare.



4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Un bambino un giorno mi ha chiesto cosa fosse il jazz. Gli ho
risposto di getto che secondo me il jazz è ... una nuvola. Non si
potrà mai ripetere per come è stato suonato.Non potrà mai ripercorrere
gli stessi accordi, le stesse collane di note, gli stessi accenti, gli
stessi ritmi scanditi nello stesso modo. Avrà una forma perennemente
cangiante, che l'incisione discografica potrà fotografaresolo per
quell'istante, ma che non tornerà mai più uguale. Il bambino sembrò
soddisfatto".
Massimo Nunzi

enne ha detto...

Bella l'immagine di te che ti dissolvi nell'aria.
Il problema nasce quando non si va per metafore. :-/

antonio lillo ha detto...

"io, che fui equilibrista, e non volevo..."

mi ricordo il verso ma l'autore al momento mi sfugge...

sorriso ;-)

B-29 ha detto...

Stupenda, meravigliosa canzone.