Il silenzio elettrico di questa stanza nella quale sono solo ospite ora. Ospite con le valige fatte e le scarpe allacciate. Con una fastidiosa sensazione alla base della schiena. Di fastidio. Di attesa. potrebbe succedere di tutto. O nulla. Ma, come disse qualcuno, occorre tenersi pronti. Poichè non si conosce nè il giorno nè l'ora.
Prendo appunti a margine della normativa sui lavori pubblici. A matita. Mi tengo pronta. Questa grigia giornata sopra Milano mi fa derivare altrove. A certe me stesse impresse in altri punti dello spazio e del tempo. Momenti più leggeri. E più pesanti. Fotografie. Mi sento lontana in modo inappropriato e allo stesso tempo concentrata sul punto.
Vorrei che una volta tanto scegliessero me. Tra mille, tra due. Vorrei che per una volta non ci fosse una discriminante, una ragione, una scusa. Vorrei essere quella giusta.
La sera rischiara di sole e il grigio si stempera nei colori di un tramonto. Mi sembra semplice distinguere le cose che non contano da quelle davvero importanti e mi domando dove sia finito il tempo che ho perso a mettermi in croce. Sarò migliore. Se ci sarà una scusa, una ragione o una discriminante quella non sarò io.
1 commento:
vorrei che una volta tanto scegliessero me
sarò migliore
[anche io.]
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