domenica 27 dicembre 2009
A vivere
domenica 20 dicembre 2009
Natale
La neve ha anticipato l'ora della mia sveglia in modo preoccupante negli ultimi giorni, con risultati alterni (treni presi e treni soppressi). La città innevata la mattina presto. Croce e delizia. Ed intanto, mentre ero presa a lasciare impronte più larghe che lunghe nella neve con i miei storici moon boot gialli numero trentaquattro, oggi è Natale e non me ne sono neppure accorta.
Dopo la neve la pioggia. Il fango. E poi il sole ed un cielo pieno di stelle. E col Natale l'eccesso emozionale che lo accompagna. Nel bene e nel male. Nel troppo e nel niente. Ed è subito sera.
La verità è che (cito) non so. Non so. Non so.
mercoledì 16 dicembre 2009
Il settimo piano
giovedì 3 dicembre 2009
winter
lunedì 30 novembre 2009
A&R
venerdì 27 novembre 2009
i fili
sabato 21 novembre 2009
occhi negli occhi
sabato 7 novembre 2009
ma che sapore ha...?
giovedì 5 novembre 2009
Novembre
Il pomeriggio soprattutto la stanza si riempie di luce, non serve neppure tenere le luci accese. Il sole gira da dietro le mie spalle verso il lato, i colori si fanno più caldi, il cielo si infiamma e, infine, la sfera si fa incandescente sull’orizzonte per poi scomparire dietro gli alberi. Questo accade il pomeriggio fuori dalla mia finestra che non è in verità una sola finestra ma una parete intera.
Io non guardo mai abbastanza, ed è un peccato. Ed è per questo che mi ha lasciata stupita l’aria fredda della sera e il colore giallo e brunito delle chiome degli alberi. È novembre ed io non me ne ero neppure accorta.
Questa mattina ho camminato per venire qui, perché camminare aiuta a ritrovare i pensieri, a far scivolare il peso delle cose inutili via via più giù, dalla testa allo stomaco, alle gambe, ai piedi. Per poi scivolare fuori, sull’asfalto, rimbalzare e restare indietro. Come qualcosa di superfluo, qualcosa da lasciare indietro, un peso di cui disfarsi per camminare più leggera. E andare più lontano.
Forse non ho abbastanza autunni sulle spalle per essere saggia o per aver capito qualcosa, ma ho occhi abbastanza per poter guardare allo specchio e comprendere quanto è ora di fare un respiro. Mi succede, mi è successo e probabilmente succederà di nuovo in futuro. Smetto di scrivere per qualche tempo. Non so giudicare se si tratti di anoressia o inappetenza. Restano bianche le pagine dei miei quaderni e persino questa mia, ormai solitaria, pagina nell’etere. E più perdura questa fase avara di lettere più lentamente cresce dentro una sensazione di vertigine, di smarrimento, perdita dell’orientamento che poi si trasforma in bisogno, in necessità, in urgenza. E quando non sono più in grado di contenere le parole semplicemente tra i miei pensieri, quanto mi riempiono gli occhi e le mani, il giorno e la notte, allora posso solo sedermi davanti ad un foglio bianco e mettermi a scriverle. Non importa come, cosa, dove. Scrivere e basta. Come piovere. Come piangere a volte. Senza rumore.
Goccie. Parole che mi scivolano fuori dalla punta della dita o della penna. Una dopo l’altra. Maree. Ed ad ogni parola mi sento un po’ meglio. Ad ogni parola mi sento di ritrovare qualcosa che avevo perso.
sabato 24 ottobre 2009
La virtù dei forti
(forse era ovvio che prima o poi l'avrei fatta mia. è adesso, oggi, me.)
mercoledì 14 ottobre 2009
ottobre (I was waiting)
And there's something about you...
giovedì 8 ottobre 2009
shadowplay
non sto scrivendo. ho tutto in testa ma. la vita si sta svolgendo ad una valocità che. non so.
giovedì 24 settembre 2009
e vissero tutti
domenica 20 settembre 2009
forbici
venerdì 18 settembre 2009
La volata
I'm falling...I am falling
safely to the ground...
giovedì 17 settembre 2009
mercoledì 16 settembre 2009
inaspettatamente
sabato 29 agosto 2009
sabato 22 agosto 2009
La ragazza che conoscevo
domenica 16 agosto 2009
Tutto qui
domenica 9 agosto 2009
oggi
domenica 2 agosto 2009
Pioverà
venerdì 31 luglio 2009
riepilogo d'estate
Come se tutto potesse cambiare. Da adesso. Ad adesso. Come se una giornata sola potesse raccogliere tra le mani chilometri di vita, anni, etti, carati. Tutto può restare un attimo. Tutto. O nulla.
Quello che credevi di rimpiangere hai già smesso di desiderarlo. Mentre passano i giorni. E i tramonti. E ti fai la doccia al te verde. Ti cambi i vestiti. Ti guardi allo specchio. Ed è sera e poi mattina. La sveglia alle 6.05 suona Neil Young ed è estate. Un altro giorno. Un’altra vita. Mangi un’albicocca scendendo le scale. Canti una canzone tra te e te. Oppure scrivi un romanzo col pensiero e lo affidi così, al vento, senza che ne resti scritta traccia alcuna (non è inchiostro nero ma sangue che grandina gioia). E sei sempre te stessa. Un corpo in movimento tra le stagioni. E i deserti. Che cambiano. Respiri. Cammini. Fai la tua parte. Sei parte dell’universo. In rotazione coi pianeti. Oscillante con la maree. Evanescente. Provvisoria. Sfumata.
Suona il telefono questa mattina. La voce che mi blandisce e mi trattiene. Che non so giudicare. Seduta a tavola ad una cena sento che vorrei essere altrove. Mi sento estranea, aliena. E mi accorgo che ci sono già, altrove. La nave è salpata e io sono a bordo. E adesso lo sento il vento tra i capelli e l’odore dell’oceano. Salsedine dentro la tua bocca. In una notte insonne di luna piena che porta un nome sulle labbra. La mia finestra sul cielo. Un letto enorme. Odore di erba e buio. L’alba. I pensieri. Le dita della mie mani, farfalle senza riposo.
Non esitare. Poiché potrebbe finire domani.
[...Ma sono l’unica cosa che mi rimane. Io sono l’ultima cosa che ho. Sarò la prima cosa che avrò. Se sono l’ultima cosa che mi rimane. Sarò la prima cosa che mi rimane...]
14 luglio.
Quello che manca. Quello che mi manca. Sotto il sole. Cielo denso d’estate. Il mio viso riflesso nell’umidità dell’aria. Diamanti. Lacrime. Sudore. Non so. Che cosa ci spinge ad essere quello che siamo, che cosa motiva la trama delle giornate, del tempo. Quella quadrettatura sottile su cui disegnare parole. Sostegno. Gabbia. La stanchezza che sale dalle caviglie fino alle palpebre.
Per che cosa è che sono viva. Per che cosa respiro. Apro gli occhi la mattina. Mentre il tempo mi stritola, mi incasella. Stringe. Per che cosa io cerco di divincolarmi, di trovare attimi, scorgere dettagli. Di nuovo la vita è delle piccola cose. Stancamente ripongo pezzi di sogni infranti dentro una scatola di vetro. E ne invento di nuovi. Finché né avrò di fantasia per inventarli. Finché non basteranno i treni soppressi, le frustrazioni di funzionari ingrigiti, le distanze, le telefonate troppo costose, i titoli dei giornali, i bestseller senza anima, le canzoni inutili. Finché non basteranno a togliermi il fiato. A farmi desistere. A sbiadirmi.
23 luglio.
Chiudi gli occhi. Sento il vento sussurrare. Chiudili. E sparirà questa sensazione di troppo. Di troppa luce. Di troppo caldo. Di troppo asfalto sotto i tuoi piedi. E troppo piani per questi palazzi. Di troppe chiacchere. Di troppe ore di veglia. Chiudili. E non ci sarà che vento. E capelli che sfiorano il viso. E vibrare leggero di polmoni che si riempiono e di cellule che respirano. La vita timida e tenace sotto la mia pelle.
domenica 28 giugno 2009
E come il mare con le sue canzoni d'amore...
Le domande. Il piccolo e l'infinito. Il vicino e il distante. Le vite: intrecciate, sfiorate, lontane e poi perdute. Domenica e le domande. Risposte nessuna. O forse risposte fin troppo evidenti per starle a guardare. E forse è meglio girarsi e basta. (e domani nella battaglia pensa a me).
venerdì 26 giugno 2009
L'estate
lunedì 22 giugno 2009
Morbida e chiara
venerdì 19 giugno 2009
Amo Milano, I Treni e ManuelAgnelli
domenica 14 giugno 2009
Solo nel VeNto Sei sEmpre FelicE...
domenica 7 giugno 2009
sabato 6 giugno 2009
La QuiEte.
martedì 2 giugno 2009
domenica 31 maggio 2009
Domenica. Niente ponte.
venerdì 29 maggio 2009
venerdì 15 maggio 2009
Mio
venerdì 8 maggio 2009
sopravviverai
sabato 2 maggio 2009
Pausa
martedì 28 aprile 2009
ground control to major tom...
Questo non vuole dire che non mi piaccia parlare o che io non sappia comunicare. O che non voglia. Io ho sete di comunicazione, di contatto. È la fase preliminare che non mi appartiene. Il discorso da corridoio, da ascensore, da tavolo da pranzo. Le quattro chiacchere. Mi manca l’approccio. Tendo, implacabilmente, a tagliare corto. Specie quando non conosco l’interlocutore, quando sono stanca, quando non mi interessa, quando non mi sento a mio agio. Perché quando mi ci sento, a mio agio, posso parlare per ore. Ma a quel punto quella fase della conversazione è già superata e quindi, in effetti, il problema non sussiste.
Credo sia questo l’introversione, la naturalezza di vivere dentro, lo sforzo di rivoltarsi all’esterno. Il risultato non è dei migliori, un perenne senso di inadeguatezza. Per qualsiasi lato io mi prenda mi sento sbagliata, storta, aliena. Ma ora sono troppo stanca per lottare contro la mia pelle e le mie arterie e quindi sono sgradevolmente sollevata dal fatto di viaggiare sola. Salgo sul treno con gli auricolari nelle orecchie. Cerco il mio posto (carrozza 11-posto32-finestrino) per affogarmi senza ritegno in questo meraviglioso cielo tormentato, nello schermino del mio nuovo mini pc che, magie della tecnica, mi permette di scrivere dappertutto, nelle pagine di un qualche romanzo o nei minuscoli dettagli lirici di qualche canzone. Sempre a cercare quei minuscoli ritagli, piccoli pezzi, da fare miei. Che siano miei. Dove non dover essere niente.
domenica 26 aprile 2009
Segreta
venerdì 24 aprile 2009
un radiofaro
Mi chiedo se sia vittoria o sconfitta. Se cambiare sia coraggio o paura. Se sia rivincita o tradimento. Ogni passo che mi allontana dal punto in cui ero mi fa vedere le cose da una prospettiva più ampia. Domande nuove mi nascono sulle labbra. Ma per le risposte serve ancora tempo. Ancora camminare. Tengo lo sguardo all’orizzonte, nonostante nelle vene scorra terrore puro gli occhi traboccano di futuro e speranze. Crederci ancora, che sia illusione o coraggio forse non è poi così importante. Non ho strategie. Mi attengo alle sensazioni del momento. E mi faccio carico dei rischi che ne derivano.
Nel frattempo sono alla ricerca di nuovi punti di riferimento, nuove stelle da fissare sulla volta del cielo, per orientarmi. Procedo smarrita, a tentoni, per tentativi. Fa male a volte. Ma ora so sopportare un dolore che prima mi avrebbe sconfitta. Anche se mi sento come se tutto potesse rompersi. Sento nella dita la tenacia dell’acciaio e la fragilità del cristallo. E resto ogni volta smarrita di fronte alla sensazione della moltitudine di sfumature che sono, che siamo. Sentire la pelle come il confine tra due infiniti. Un confine trasparente. La linfa, la vita che pulsa sia fuori che dentro. Respiro. Silenzio. Aria, sangue e terra. Galleggio smarrita e mi lascio trasportare dalle maree.
L'altro ieri
Ho perso il conto del tempo. Dei giorni e delle ore. I risvegli precoci dentro questa primavera tiepida. Il sapore del caffè. Lunghi viaggi che si sommano tra loro in un percorso interminabile, interrotto a tratti dal sonno e dai sogni e da una realtà nuova che prende forma e colore. Persone. Parole. Paura e impazienza. Tutto affogato tra le pagine di una raffica di romanzi e, come sempre, nella musica. Un sorriso stanco e improvviso che sale sul viso senza comprendersi. Ed eccomi. A tornare. Qui.
Ecco come ci si sente quando il futuro prende forma di colpo, dopo interminabili attese. Magari confusi e sfiniti. Ma senza rimpianti. Sereni. Non fosse per il mio modo sbieco di lasciarmi sopraffare da certe piccole ossessioni per sfuggire ai momenti difficili, ai timori e alla stanchezza. La solita me che scivola a volte nel fango dei propri limiti facendo male e se stessa. E nient’altro. Ma a stare in equilibrio ci provo e non accetto il cadere come inevitabile, il che, per certi versi, mi lascia sperare in giornate di sole, nonostante il perdurare della danza lieve delle mie ombre.
E’ un pomeriggio tiepido di vento, sole e mal di testa. E’ un pomeriggio solitario quel tanto che basta. Un pomeriggio da provare in caratteri minuscoli e penne colorate. Io sono qui. C’è qualcuno?
martedì 7 aprile 2009
sembra estate
Le giornate hanno anticipato il loro baricentro. E questo mi piace. Ci sono molte cose che mi piacciono. Mi piacciono così, di istinto, anche quando non hanno ragioni evidenti per piacermi.
Oggi sono stata a Milano, niente trasferta. Milano è una bella città. Non faccio paragoni. Ma io l’amo. Amo certi blu che sembrano estendersi verso l’altro all’infinito. Guardarli dai gradini della stazione di Porta Romana, in quelle piccole attese che fermano il tempo. E ti lasciano galleggiare. E finalmente guardare. E finalmente pensare. E accorgerti che sembra estate.
domenica 5 aprile 2009
ultima insegna accesa...
[una canzone davvero bella, alla quale non attacco commenti inutili]
Tu che sei parte di me
Le tue braccia lunghe
spalancate all’aria
Solo nel vento sei sempre felice
Butta via i ricordi, getta ogni cornice,
lascia spazio alle cose a venire
Fuori
c’è una notte intera
Puoi perderti..
Tu che sei parte di me
e lasci fuochi
piccole tracce
per riportarmi a casa
Tu che sei parte di me
Ultima luce,
ultima insegna accesa
E ogni nuova paura
alza il fumo negli occhi
e le parole cominciano male..
Ti riuscissi a dire,
riuscissi a spiegare
E’ solo pelle che inizi a cambiare
Fuori
C’è una vita intera,
vuoi perderti?
Tu che sei parte di me
e sciogli i fili,
le resistenze,
le mie mani chiuse
Tu che sei parte di me
e porti sogni
e mi fai sorprese
Tu che sei parte di me
Soli per la notte intera,
soli per la vita intera
Tu che sei parte di me
e sciogli i fili,
le resistenze,
le mie mani chiuse
Tu che sei parte di me
e porti sogni,
e mi fai sorridere
Fuori
una notte intera
Fuori
una vita intera
venerdì 3 aprile 2009
ah, il futuro!
lunedì 23 marzo 2009
mi tuffo perplessa in momenti...
domenica 22 marzo 2009
and i know...
...there's a way and I know that I have to go...
giovedì 19 marzo 2009
Senza voltarsi
E chiudo le mie cose dentro scatoloni pesantissimi. Li spingo a calci sull'ascensore. So che dentro ci sto chiudendo quei sogni che avevo. Resto seduta sulla scala sul retro. Palpebre. Sole. Aria fresca. Le braccia intorno. Silenzio. Io. Io sola. Sola a decidere, a scegliere. E che sia una lacrima sola e poi più nulla. E poi solo vivere. Senza voltarsi.
martedì 17 marzo 2009
il dado è tratto
venerdì 13 marzo 2009
Frizzante
martedì 10 marzo 2009
L'insofferenza
lunedì 9 marzo 2009
Tempo perso
Il vento ha pulito i contorni di questa giornata di attesa. Non una sola nuvola, il cielo liscio come una tavola. Il vento ha smorzato le mie asprezze e mi ha lasciata in silenzio, in attesa. Attendo. Mentre scende una sera chiara e limpida di luna rotonda a cui manca un pezzo. Il tramonto sopra i tetti, dietro la ciminiera. Dal rosa al blu della notte. E la notte mi mette addosso un’angoscia insofferente. Come se non avessi fatto abbastanza. Come se non avessi vissuto abbastanza, Questa giornata. Esco. Parto e rimando. Rimango. Altri dieci minuti prima di tornare a casa. E spegnere il tramonto. E chiudere i miei occhi. E domandarmi dove è che ho perso oggi.
venerdì 6 marzo 2009
Stelle buone
giovedì 5 marzo 2009
giovedì
...Lifting up an empty cup, I ask silently
That all my destinations will accept the one that's me
So I can breathe...
lunedì 2 marzo 2009
domenica 1 marzo 2009
Nessuna certezza
mercoledì 25 febbraio 2009
disinnescata
giovedì 19 febbraio 2009
Gocce
solo sangue
Fragile. Come queste giornate di cristallo. Liscia e trasparente. E poi affilata di schegge appuntite e frammenti se a pezzi sul pavimento. La confusione sorda tra le pelle e le vene. Apri gli occhi nel buio. Percepisci il calore del tuo corpo immobile tra le lenzuola. Ossa e sangue. Senti il tuo cuore batterti nel petto. Indipendente, solitario, grande come un pugno. Fragile.